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L’Iscr arriva in classe, ecco il progetto ‘Il restauro va a scuola’

Il corso-laboratorio messo a punto dall'Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) ha coinvolto gli alunni della scuola romana di piazza Damiano Sauli, alla Garbatella

Pubblicato:01-03-2016 16:05
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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iscr a scuola

ROMA  – L’arte del restauro entra in classe e insegna ai più piccoli l’amore per il patrimonio e la cura necessaria per la sua conservazione. Si chiama proprio ‘Il restauro va a scuola’ il corso-laboratorio messo a punto dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) che ha coinvolto gli alunni della scuola romana di piazza Damiano Sauli, alla Garbatella.

iscr a scuolaCinque incontri, a costo zero per la scuola e per le famiglie, durante cui le restauratrici Iscr Silvia Checchi e Federica Di Cosimo, ideatrici del progetto pilota, hanno raccontato ai bambini della IV elementare i segreti della conservazione, dalla teoria alla pratica. “Compresa la teoria di Cesare Brandi e i principi fondamentali del restauro”, spiega Checchi, restauratrice tessile laureata anche in Pedagogia.


Il principio è che non è mai troppo presto per imparare ad amare, per esempio, i monumenti della propria città. Ed è proprio questo l’obiettivo del progetto che “guarda al futuro” e aiuta i piccoli a “renderli più consapevoli di quello che li circonda e pensare che anche gli adulti possono amare queste cose”. Attraverso un opuscolo realizzato appositamente per gli alunni che hanno partecipato al corso, le restauratrici hanno spiegato loro “che cos’è il restauro, chi lo fa, il lavoro d’equipe, ma anche le leggi che ci sono. Si tratta di una semplificazione- conclude Checchi- ma non di una banalizzazione”.

Immagini, filmati (compresi i cartoni animati) e piccoli laboratori pratici con tanto di spugnette e materiale rigorosamente atossico hanno accompagnato i primi tre incontri del progetto, iniziato il 10 febbraio, e preparato gli alunni a visitare un laboratorio vero. Sì, perché oggi le due classi hanno visitato le strutture del San Michele, dai laboratori dei manufatti lignei e tessili, a quello degli affreschi, fino al laboratorio scientifico.

“Ho visto una grande gioia in loro e una grande soddisfazione per quello che ci riguarda- dice Di Cosimo- Qui hanno ritrovato tutto quello di cui avevamo parlato in classe. Sono rimasti molto incuriositi dalle opere d’arte viste nella loro quotidianità, come il retro delle tele e le sete usate per il restauro di materiali tessili. Insomma, tutto quello che di solito non vedono in un museo”. Tanto che “più di un alunno ha detto che da grandi vogliono fare questo lavoro- racconta la maestra Roberta Arcese- l’attenzione è stata massima, loro sono stati felicissimi di fare questo corso, e noi ancora di più“. Non poteva mancare una visita al carcere del San Michele, poi la merenda con il direttore dell’Iscr, Gisella Capponi: “Dopo le i corsi nelle classi, sono arrivati qui già molto preparati ai temi del restauro- spiega Capponi intervistata dall’agenzia Dire- è stato un approccio semplice all’idea di conservare quello a cui siamo legati e cercare di sviluppare un’idea di appropriazione e identità con le opere d’arte. E mi sembra che dalla visita di oggi gli alunni fossero già molto interessati. Tanto che mi hanno chiesto chi avrebbe restaurato la Gioconda, visto che è un’opera italiana. Un’ottima domanda- sorride Capponi- si aspettavano che potessi rispondere ‘la restauriamo noi’!”.

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