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Enea: “Dalle Regioni 9 proposte per il Polo di ricerca sulla fusione nucleare”

Hanno risposto presentando formale candidatura Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna con un sito in tandem con la Toscana, Lazio, Liguria (con due siti), Piemonte, Puglia e Veneto

Pubblicato:01-02-2018 17:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:25

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ROMA – Si e’ chiusa con la presentazione di nove proposte la prima fase del percorso avviato da Enea con il bando per ospitare la Divertor tokamak test facility (Dtt), il piu’ grande polo nazionale di ricerca sulla fusione nucleare che prevede investimenti per 500 milioni di euro. Alla scadenza del 31 gennaio hanno risposto presentando formale candidatura Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna con un sito in tandem con la Toscana, Lazio, Liguria (con due siti), Piemonte, Puglia e Veneto.

Adesso si apre la fase della valutazione

“Adesso si apre la fase della valutazione, attraverso un percorso pubblico di massima trasparenza e partecipazione, per individuare l’area che, sulla base di criteri oggettivi e di analisi costi/benefici, presenta le migliori caratteristiche tecniche, scientifiche ed economiche”, sottolinea il presidente Enea, Federico Testa. “Per assicurare la massima terzieta’ ed obiettivita’, nonche’ la qualificazione tecnico-scientifica di tutto il processo, a presiedere la commissione aggiudicatrice e’ stato chiamato Alessandro Ortis, ingegnere, ex direttore generale del ministero dell’Industria, gia’ presidente dell’Autorita’ per l’energia elettrica e il gas e vicepresidente dei Regolatori europei”, aggiunge Testa.

La Commissione di esperti dovra’ esaminare le proposte e valutarne la rispondenza ai requisiti essenziali del bando

Come ad esempio un’estensione tra 4 e 6 ettari, la compatibilita’ con il piano regolatore urbanistico, le certificazioni ambientali, la presenza di infrastrutture e aree industriali e le eventuali sinergie con queste – e poi elaborare una graduatoria. Con un investimento di circa 500 milioni, si stima che la DTT potra’ avere un ritorno nel tempo sul territorio ospitante di circa 2 miliardi di euro e impieghera’ oltre 1.500 addetti, tra diretti e indotto, per rispondere ad alcune delle maggiori sfide della fusione: gestire i grandi flussi di potenza prodotti dal plasma combustibile e testare nuovi materiali, come i metalli liquidi, a prova di temperature elevatissime.


Lo scopo finale della ricerca sulla fusione nucleare e’ di mettere al servizio del pianeta la stessa fonte di energia che alimenta il sole e le stelle, grazie all’impiego di un combustibile inesauribile e facilmente reperibile: l’acqua

“Essere riusciti a realizzare il DTT in Italia- prosegue il presidente Enea, Federico Testa- e’ un successo a livello internazionale, frutto della lunga tradizione Enea nel campo dell’energia e della ricerca avanzata, a conferma della capacita’ di acquisire grandi progetti per poi svilupparli insieme alle nostre filiere produttive di eccellenza. Ma e’ un risultato importante anche per le ricadute sul territorio, sul sistema delle imprese e, soprattutto, per le grandi sfide della decarbonizzazione e della lotta alla poverta’ energetica, grazie ad una fonte rinnovabile, sicura ed economicamente competitiva, in grado di sostituire le fonti fossili”. Ideato dall’Enea in collaborazione con Cnr, Infn, Consorzio Rfx, Create e alcune prestigiose universita’, Dtt fara’ da trait d’union tra i grandi progetti internazionali ITER, il reattore a fusione da 20 miliardi di Euro in costruzione nel Sud della Francia frutto della collaborazione di 35 Paesi, e DEMO, il reattore che dopo il 2050 dovra’ immettere in rete energia elettrica da fusione nucleare. Dal punto di vista operativo, DTT sara’ un cilindro ipertecnologico alto 10 metri con raggio 5, all’interno del quale saranno confinati 33 metri cubi di plasma alla temperatura di 100 milioni di gradi con una intensita’ di corrente di 6 milioni di Ampere (pari alla corrente di sei milioni di lampade) e un carico termico sui materiali fino a 50 milioni di watt per metro quadrato, oltre due volte la potenza di un razzo al decollo. Il plasma “scaldato” lavorera’ ad una temperatura di oltre 100 milioni di gradi, i 26 km di cavi superconduttori, in niobio e stagno e i 16 km di quelli in niobio e titanio, distanti solo poche decine di centimetri, saranno a 269 °C sotto zero. All’interno della DTT, i materiali superconduttori di ultima generazione realizzati dall’Enea in collaborazione con l’industria di settore, consentiranno al plasma di raggiungere una densita’ di energia confrontabile a quella del futuro reattore DEMO. Elemento chiave e bersaglio di tutta la sorgente di potenza, sara’ il divertore realizzato in tungsteno o metalli liquidi, rimuovibili grazie a sistemi di remote handling.

La localizzazione della Dtt in Italia conferma la leadership del nostro Paese nel settore della fusione e dei grandi programmi di ricerca internazionali

Demo, Broader Approach e Iter, l’International Thermonuclear Experimental Reactor in qualita’ di partner EUROfusion e Fusion for Energy (F4E), le agenzie europee di settore. Il Dipartimento Fusione e tecnologie della sicurezza nucleare dell’Enea e i Centri di Ricerca di Frascati e del Brasimone sono un punto di eccellenza a livello nazionale e internazionale nel campo della superconduttivita’, dei componenti interfacciati al plasma, della neutronica, della sicurezza, del remote handling, della fisica del plasma e nella realizzazione di impianti per lo studio dei plasmi a confinamento magnetico e macchine per la fusione come il Frascati Tokamak (FT) e il Frascati Tokamak Upgrade (FTU). Dalle attivita’ sulla fusione negli ultimi 20 anni sono nati oltre 50 brevetti con ricadute significative per lo sviluppo e la competitivita’ delle industrie nazionali; inoltre Enea coordina il programma nazionale di ricerca sulla fusione e ICAS (Italian Consortium for Applied Superconductivity) che ha un ruolo attivo nella produzione di componenti nell’ambito del Broader Approach e di ITER.

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