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Ubriachi, accattoni e vandali? La ricetta di Brugnaro è una notte in cella/VIDEO

Per il sindaco di Venezia la gestione della sicurezza urbana dovrebbe essere affidata ai Comuni

Pubblicato:01-02-2017 11:35
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 10:51

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ROMA – “Chi dà fastidio, compie piccoli reati o atti di maleducazione va punito, deve passare almeno una notte in cella. Penso a chi si ubriaca, danneggia le opere d’arte, fa accattonaggio“. Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, invoca tolleranza zero e chiede di affidare ai Comuni la gestione della sicurezza urbana, dando al Giudice di pace penale la facoltà di far passare in celle di sicurezza, fino a 10 giorni, spacciatori, molestatori, prostitute, commercianti abusivi e imbrattatori. In conferenza stampa alla Camera, il deputato di Ap-Ncd Andrea Causin presenta il testo che incassa il sostegno di Renato Brunetta e Maurizio Lupi. “L’abuso di alcol e di droghe, l’accattonaggio, i piccoli furti non sono solo indicatori di degrado urbano- spiega il primo firmatario della proposta di legge- ma possono portare a reati più gravi. Le depenalizzazioni non hanno aiutato la sicurezza delle città“. Il capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta osserva che questo testo è una “prosecuzione della normativa introdotta dal governo Berlusconi: appoggio il testo e chiederò-assicura – una veloce calendarizzazione”.

Per Lupi la proposta “parte dalla realtà. Dobbiamo dare ai sindaci gli strumenti perché possano fare la loro parte e poi puntare su formazione ed educazione per prevenire questi piccoli reati”. Il primo cittadino di Venezia sottolinea: “Dobbiamo togliere dal cesto le mele marce: chi è ubriaco e molesta le donne, chi imbratta, chi vive di accattonaggio si fa una notte in cella. Ora- spiega- non possiamo fare praticamente niente. Stiamo perdendo il controllo sociale sulle piccole cose e la gente perde fiducia nelle istituzioni”. La proposta di legge prevede che le celle siano in capo al Comune con la permanenze presso la polizia giudiziaria fino a 10 giorni. “Così-spiega Brugnaro- non intasiamo la macchina giudiziaria e i costi sono del Comune che paga le celle e il giudice di Pace, poi chi esce dalla cella paga una cauzione da 500 a 1.500 euro e se ne va per la tua strada”.

di Marta Tartarini, giornalista professionista


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