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Cultura. ‘Tesori dalle ambasciate’, un libro racconta il patrimonio dell’Italia

In 8 sezioni, una per ogni sede, che comprendono le schede dei palazzi, la storia delle collezioni e le schede scientifiche delle opere più significative

Pubblicato:01-02-2016 15:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 21:52

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gentiloni_franceschiniROMA –  Dall’antichità al Novecento, un pezzo del patrimonio artistico italiano finora “sconosciuto al pubblico” tutto raccontato nel libro ‘Tesori dalle Ambasciate d’Italia in Europa’, un progetto nato dalla collaborazione tra ministero degli Esteri e ministero dei Beni culturali e finanziato da Arcus, la società in house che fa capo al Mibact. ” Prerequisito” del volume, un censimento “dettagliato e preciso” di tutte le 1.280 opere d’arte presenti nelle prime 8 Ambasciate italiane coinvolte dal progetto: Berlino, Dublino, Lisbona, Londra, Parigi, Praga, Stoccolma e Vienna. “Ma oggi prendiamo l’impegno di allargare il lavoro anche ad altre sedi diplomatiche”, hanno annunciato i ministri Paolo Gentiloni e Dario Franceschini, presentando il libro al Collegio romano, a Roma. Così, l’arte custodita nelle sedi diplomatiche diventa sempre di più “veicolo di promozione dell’Italia nel mondo”.

‘Tesori dalle Ambasciate’, edito da Gangemi, è diviso in 8 sezioni, una per ogni sede, che comprendono le schede dei palazzi, la storia delle collezioni e le schede scientifiche delle opere più significative. Poi, ‘Tesori dalle Ambasciate’ dedica una sezione anche ai 22 restauri effettuati sulle opere d’arte e quelli in programma. Una “autentica e straordinaria valorizzazione del patrimonio d’arte italiana all’estero”, scrive Gentiloni nel libro, aggiungendo che “il progetto e la pubblicazione potranno essere fruibili dal grande pubblico grazie alla creazione di percorsi web che consentiranno di visitare virtualmente le nostre Ambasciate e le singole opere d’arte, accedendo alle schede scientifiche di ciascuna”. Ecco perché il ministro degli Esteri si augura che questo sia soltanto “il primo passo di un lavoro che non potrà investire le 120 sedi diplomatiche che ha l’Italia, ma altre sicuramente sì”. Ricordando la collaborazione “molto positiva” tra ministero dei Beni culturali e degli Esteri, Franceschini ha aggiunto che “le Ambasciate rappresentano la vetrina dell’Italia nel mondo. Non si tratta di opere messe in un ufficio di un sottosegretario, di un funzionario o di un ministro- ha detto ancora- ma di avere occasioni di promozione dell’arte dell’Italia nel mondo. Ecco perché- ha concluso- c’è l’intenzione del ministro Gentiloni e mia di proseguire in questa attività”.


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